Tonalità dei Colori: Cos’è esattamente (Definizione)

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In questo articolo parleremo di cosa sono le tonalità dei colori.

Secondo la Teoria dei Colori una tonalità (anche detta tinta) è un colore puro, ovvero un colore unico per quella lunghezza d’onda nello spettro visibile della luce.

Precisiamo che lo spettro visibile è in sostanza una parte dello spettro elettromagnetico.

Comprende tutti i colori che possono essere visti ad occhio nudo e la lunghezza d’onda della luce visibile nell’aria è compresa tra i 380 e 760 nanometri.

Includiamo il nome, il colore campione, il valore esadecimale HTML, i codici RGB, CMYK e HSV per ogni tonalità.

Ogni esperienza di colore può essere scomposta in tre componenti, ognuna delle quali è fondamentale di per sé, nel senso che contribuisce al giudizio di colore dell’osservatore e non può essere correlata alle altre due per semplificazione.

Il colore è composto da tre elementi: tonalità, luminosità e saturazione.

La tonalità è forse il più facile da comprendere.

È, infatti, il tratto percettivo che ci fa dare un nome al colore che stiamo vedendo piuttosto che un altro.

I colori primari includono il rosso, il verde, il giallo e il blu.

La lunghezza d’onda della radiazione luminosa è la controparte fisica della tinta: più la luce incidente su una specifica posizione della retina può essere ridotta a una gamma ristretta di lunghezze d’onda, più chiara e precisa sarà la capacità dell’osservatore di identificare il colore percepito.

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Vale la pena notare che le uniche tonalità che l’occhio può distinguere come irriducibili ad altre sono i colori spettrali (cioè i colori dell’arcobaleno, come separati da Newton tramite l’esperimento del prisma) e i colori creati dalla combinazione di rosso e blu spettrali (le cosiddette porpore) (le cosiddette porpore).

Tutti gli altri colori, come il rosa, il marrone, il salmone, il verde oliva e così via, possono essere descritti come combinazioni di una data tinta con gli altri due attributi che discuteremo più avanti (il rosa, per esempio, è un rosso poco saturo) (il rosa, per esempio, è un rosso poco saturo).

La tinta è una caratteristica del colore che può essere usata per fare valutazioni sia fuori contesto che contestuali. Ha meno a che fare con il confronto di un colore con altri aspetti e più con l’aspetto del colore stesso. Tuttavia, come mostra l’esempio del paragrafo precedente, la presenza o l’assenza di un contesto può alterare radicalmente la percezione della stessa tinta.

La luminosità è il fattore che controlla quanto bianco o nero è presente in un dato colore. È possibile determinare la quantità di bianco o di nero in una macchia di colore sia fuori dal contesto che nel contesto. Il tipo di valutazione che ci permette di valutare adeguatamente la quantità di grigio (cioè la distanza tra i due estremi del bianco e del nero) in un colore, invece, è contestuale. Per dimostrare la verità di questa affermazione, dobbiamo prima introdurre una distinzione terminologica.

La quantità totale di luce vista, emessa da una fonte o riflessa da una superficie, può quindi essere designata come luminosità. Questo è un giudizio di valore che viene fatto senza tener conto del contesto e si basa solo sull’impressione visiva della luce che impatta sulla retina.

La differenza tra la quantità di luce emessa da un oggetto e la quantità di luce emessa da una superficie bianca esposta alla stessa illuminazione è descritta come luminosità (luminosità o valore) – o piuttosto luminosità percepita – per i nostri scopi. Senza dubbio, si tratta di una valutazione situazionale.

Alessia T.

Ciao, io sono Alessia e faccio parte del team di Grafica-Facile.com! Ho una grande passione per il design e, avendo molta esperienza nel settore, ho deciso di partecipare in questo bellissimo progetto per condividere il mio sapere sul graphic e web design.

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