Flat Design e Scheumorfismo: Definizione, Come si Usa e Alternative

Flat Design

Come sa bene chi si interessa di grafica, la tendenza attuale privilegia il flat design in confronto a modelli più complicati come lo scheumorfismo.

Chi opera in qualsiasi settore in cui si utilizza il segno grafico, sia esso fisico o virtuale, si è reso conto che il flat design ha conquistato la prima posizione nella speciale classifica delle tipologie di design.

Che cos’è, di preciso, il flat design?

Che cosa si intende per scheumorfismo?

Quali sono le motivazioni del successo del primo rispetto all’altro?

In questo articolo, troverai le risposte a queste tre domande.

Il flat design: che cos’è e perché si definisce così

Il flat design, come dice la denominazione stessa, è un tipo di design “piatto”, cioè in 2D, i cui segni caratteristici sono minimali e puliti.

Non prevede ombreggiature, né prospettive particolari o dettagli molto ricchi.

Per ciò che riguarda i font, utilizza soltanto caratteri privi delle cosiddette grazie, cioè senza le parti terminali, come i Sans Serif.

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Quando e da chi è stato utilizzato per la prima volta

Il flat design è stato proposto da Microsoft nel 2012, quando l’azienda di Richmond ha messo sul mercato il suo nuovo sistema operativo, Windows 8. In quegli anni andavano per la maggiore i design un po’ barocchi e molto elaborati.

Il nuovo Windows, invece, era stato creato all’insegna della forma più stilizzata e netta che fosse possibile.

Nel giro di poco tempo, lo stile adottato da Bill Gates ha avuto molto successo ed è diventato uno standard nella comunicazione e nella grafica.

L’uso dell’aggettivo “flat”, piatto in inglese, deriva da questa minuziosa stilizzazione.

Il flat design riporta le forme, che sono semplici, essenziali e schematiche, con colori distinti e segni netti.

Non comprende fronzoli ricercati ed è, rigorosamente, in 2 dimensioni.

Dopo Microsoft, l’anno successivo, quindi nel 2013, anche l’altro gigante della grafica digitale, Apple, trasforma le proprie scelte e punta sul flat design.

Il fatto che entrambe le aziende più rappresentative nel mondo della computer grafica abbiano preferito questo stile ha fatto sì che esso assumesse il predominio.

Ancor oggi questa tendenza non è cambiata.

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Ancora un po’ di storia delle scelte di design: il primo decennio degli anni 2000

Se guardiamo gli anni più vicini a noi, possiamo dire che, dopo gli anni 2000, nel primo decennio del nuovo secolo, abbiamo assistito allo sviluppo dello scheumorfismo, mentre il secondo decennio è stato caratterizzato dall’utilizzo del flat design.

Steve Jobs, fino alla sua morte avvenuta nel 2011, ha sempre indirizzato la politica grafica di Apple verso lo scheumorfismo. Il fondatore della casa di Cupertino, infatti, intendeva distinguersi dai concorrenti con l’uso di una tecnologia grafica sempre più vicina alla realtà.

Quando, però, Microsoft, con il proprio sistema operativo Windows 8, ha proposto la grande rivoluzione di una rappresentazione minimalista degli oggetti, anche Apple e tutti i designer si sono adeguati a questa scelta.

Il secondo decennio degli anni 2000

Nel secondo decennio del nuovo secolo, il design grafico è diventato estremamente realistico e definito, tanto che si sono raggiunte vette di iper-realismo, irraggiungibili negli anni precedenti.

A questo punto, è sembrato, in un certo senso, inutile perseguire, a ogni costo. la copia perfetta della realtà.

Il recupero e lo sviluppo del flat design è stata la risposta all’iper-realismo, con le sue caratteristiche di semplicità e nettezza.

La seconda motivazione che spiega il nuovo avvento di questa forma grafica è che si tratta di un modello che si adatta facilmente a qualsiasi supporto.

Questo è un pregio molto importante in quanto si affianca alla facilità sia di elaborazione, da parte dei grafici, sia di utilizzo, da parte degli utenti finali.

design piatto

Lo scheumorfismo: è sufficiente dire che è l’opposto del flat design?

La risposta a questo interrogativo è che, in effetti, è proprio così.

Tuttavia, cerchiamo di approfondire questa osservazione.

Lo scheumorfismo è la parte ornamentale, sia fisica che grafica, applicata a un certo oggetto, per fare in modo che vengano richiamate alla mente le caratteristiche estetiche di un altro oggetto.

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Esempio classico di scheumorfismo è la rappresentazione grafica del cestino in tutti i PC.

Il cestino, che raccoglie i file scartati, ha la forma di un contenitore per l’immondizia.

In campo informatico, questo stesso termine indica anche la simulazione di oggetti reali e, in modo ancora più ampio, indica anche una tipologia di grafica tesa a riprodurre fedelmente la realtà, tramite ombreggiature, gradienti di colore o sfumature.

Alcune problematiche del flat design e come superarle

Se non si possiedono le corrette competenze, anche nell’utilizzo di una tecnica grafica così semplice e lineare come il design flat, si corre il rischio di commettere degli errori.

Ad esempio, potrebbe accadere che l’intero ambiente diventi troppo piatto, con tutti gli elementi uniformi e che non vengono messi in risalto rispetto al resto.

Per evitare questo fenomeno di totale appiattimento, occorre sfruttare al meglio le caratteristiche di font e colori.

Il flat design e i font

Poiché il flat design è caratterizzato da minimalismo ed essenzialità, anche i caratteri tipografici che vengono utilizzati, devono necessariamente possedere queste proprietà.

Tutti i font devono appartenere alla categoria Sans Serif, senza grazie, cioè del tutto privi di quegli “ornamenti” posti al termine del segno grafico, per ingentilirlo, come in molti font.

Inoltre, è preferibile che siano bold, in grassetto, per leggerli più comodamente.

scheumorfico

Quindi, come si diceva, minimalismo e pulizia, ma, certamente non banalità.

Anche dando il privilegio alle forme di carattere essenziali, ciò non impedisce che si possano utilizzare gamme di font veramente molto varie: dal vintage, allo street art, all’industrial, a seconda delle esigenze e della ricerca estetica.

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Il flat design e i colori

Questo tipo di segno grafico è minimale, quindi, sono proprio i colori a renderlo vitale.

Come sappiamo, utilizzando le palette standard di colore non ci possono essere più di 4 o 5 abbinamenti.

Anche nella rappresentazione scheumorfica il numero di colori deve, ovviamente, essere limitato, nell’ottica di riprodurre fedelmente la realtà.

Nel flat design, al contrario, possiamo usare tonalità coraggiose.

Non esistendo il limite imposto dalla necessità di copiare la realtà, senza distorcerla più di tanto, si possono utilizzare colori di qualsiasi tonalità: dal pastello al retrò.

Dobbiamo solo porre attenzione alla correttezza cromatica degli abbinamenti e alla loro capacità di colpire l’attenzione.

Il material design: supera flat design e scheumorfismo

Oltre a queste due filosofie grafiche, ce n’è almeno un’altra che raccoglie le loro migliori caratteristiche e dà vita a un nuovo modello, ancora più funzionale.

Questa nuova strada, indicata da Google, con il proprio material design, ha raccolto e messo in opera le migliori proprietà dei due modelli grafici preesistenti.

Il material design parte da minimalismo del flat, aggiungendo luci, ombre e animazioni, alla ricerca della materia del celebre designer Matias Duarte, secondo il quale essa si espande e si riforma in modo intelligente.

Il nuovo modello, adottato da Google nel 2012, costituisce un’ottima evoluzione, molto soft come impatto, del flat design.

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Alessia T.

Ciao, io sono Alessia e faccio parte del team di Grafica-Facile.com! Ho una grande passione per il design e, avendo molta esperienza nel settore, ho deciso di partecipare in questo bellissimo progetto per condividere il mio sapere sul graphic e web design.

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