Whatsapp: storia della iconica app di messaggistica

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Viviamo in un mondo super veloce, caratterizzato dalla comunicazione sui social e delle altre app di messaggistica. Certamente una menzione speciale va fatta all’app di messaggistica per eccellenza, quella che ha rivoluzionato il modo di mettere in contatto le persone: stiamo parlando di WhatsApp! La piattaforma, ora di proprietà di Meta, ha un’importanza incredibile per gli 8 miliardi di persone che vivono sul pianeta, al punto dal diventare una delle app più utilizzate al mondo. La famosa nuvoletta con la cornetta al centro è divenuta, con gli anni, iconica, così come le emoticon WhatsApp.

Nel giro di pochi anni è entrata nel cuore di tutti quanti, che non possono più farne a meno, tant’è vero che gli smartphone la implementano di base tra le app già installate.

Ma com’è nata WhatsApp? Quali sono le tappe che hanno scandito il suo cammino? Proviamo a ricostruirlo insieme in questo post.

I fondatori di WhatsApp

Prima di parlare di WhatsApp, è giusto fare un passo indietro e parlare dei suoi fondatori, ovvero gli ex dipendenti di Yahoo!che hanno provato la scalata sociale anche nelle file di Facebook. Stiamo parlando di Jan Koum, di origine ucraine ma trasferitosi in California a 16 anni, e Brian Acton, nativo della Florida e laureatosi in Informatica alla Stanford University. Brian inizia a lavorare in Apple, mentre nel 1996 finisce per lavorare da Yahoo!, mentre Jan, invece, non finirà mai gli studi in quanto convinto dal fondatore della famosa piattaforma, David File, a lavorare per lui. I due stringeranno amicizia in Ernst & Young e lavoreranno in Yahoo! fino al 2007. Tentano di entrare in Facebook. Purtroppo le cose non vanno come volevano e non riusciranno a far parte del team di Zuckerberg.

Come nasce l’idea dell’app di messaggistica

Superata la delusione per la mancata entrata in Facebook, Jan Koum nel 2009 inizia a sviluppare l’idea di creare una applicazione utile a permettere alle persone di intrattenere conversazioni private con amici, parenti, colleghi e partner. Ecco quindi che coinvolge il suo amico Brian Acton, riuscendo a portare importanti finanziamenti, fino a 250 mila dollari per creare la loro creatura.

La loro idea è semplice: un’app che permetta di comunicare senza interferenze e in maniera rapida. Non ci devono essere giochi, pubblicità o altro: si deve solo chattare.

Certamente i suoi inizi non sono semplicissimi e i fallimenti sono tanti, al punto da portare Koum al desiderio di lasciare il progetto, ma grazie Acton viene convinto a restare. Ed è così che nel novembre del 2009 finalmente è rilasciata la versione di lancio su app store e dopo qualche mese anche per Blackberry.

Da quel momento in poi sono stati avviati tantissimi investimenti sulla piattaforma, grazie anche alle recensioni positive delle persone che amavano moltissimo WhatsApp. Ecco quindi che nel giro di pochi anni, precisamente nel 2013, la famosa app conterà 200 milioni di utenti, mentre un anno dopo, il 2014, verrà acquistata da Facebook di Mark Zuckerberg per 19 miliardi di dollari, diventando l’acquisizione più redditizia del mondo in quel periodo.

Il successo di WhatsApp non si placa, al punto da toccare nel 2016 più di 1 miliardi di persone attive e tutt’ora sembra non essere intenzionato a fermarsi, dando ragione a due semplici ex dipendenti di Yahoo! che ci avevano visto lungo.

Il logo di WhatsApp

Tutti noi ricordiamo il logo dell’iconica app di messaggistica, della quale però non si conosce bene l’origine. Si pensa sia stato ideato da Koum e Acton in fase di sviluppo del sistema. La cosa più importante è che in tutti questi anni non ha mai visto un forte restyling, nemmeno con l’acquisizione da parte di Facebook.

La motivazione è molto semplice: è un logo vincente, che comunica in maniera chiara e rapida la sua funzione d’uso. È composto da un fumetto che rende chiaro cosa deve fare l’app, mentre la cornetta completa l’opera, indicando la possibilità di chiamare e videochiamare una persona oppure, semplicemente, mandare note vocali. Sono dei piccoli dettagli che fanno la differenza per un servizio diffusosi a macchia d’olio in tutto il globo.

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