Forme Uniche della Continuità nello Spazio di Umberto Boccioni

Forme uniche della continuità nello spazio

Umberto Boccioni, esponente della corrente italiana del Futurismo, ha creato il suo capolavoro “Forme uniche della continuità nello spazio” nel biennio 1912 – 1913, imponendosi nel panorama artistico di quell’epoca grazie alla sua capacità di rappresentare iconicamente per simboli la fluidità e la dinamicità del movimento, elemento cardine della corrente di pensiero futurista.

Questa scultura è stata molto apprezzata nel tempo, tanto da essere diventata così celebre da venire scelta per essere rappresentata su una delle nuove monete create quando l’euro è stato introdotto in Italia.

Si tratta infatti della moneta da 20 centesimi, la cui faccia posteriore è occupata da una raffigurazione dell’opera in esame.

Ma partiamo dalle origini.

La carriera del celebre Umberto Boccioni non inizia con la scultura, anzi: questo artista si presenta inizialmente al pubblico come un pittore, e solo nel 1912 scopre la passione per la scultura che definisce, in una lettera ad un amico, come una “arte mummificata” che sente il bisogno di innovare.

È proprio in quell’anno che Boccioni inizia a lavorare sulla sua “Forme uniche della continuità nello spazio“, che ultimerà poi durante l’anno successivo, il 1913.

umberto boccioni

Il suo obiettivo nella realizzazione dell’opera era rappresentare il suo rifiuto per la scultura tradizionale e dare voce agli elementi fondanti del futurismo, cioè la fluidità, il dinamismo, la forza, lo sforzo, la velocità, il movimento, ma anche il simbolismo e le scelte metaforiche e iconiche.

Questi stessi elementi si possono riscontrare anche nelle opere di altri grandi esponenti della stessa corrente, come ad esempio gli artisti František Kupka, pittore ceco, e Marcel Duchamp, quest’ultimo famoso per la sua particolare opera “Fontana”.

Umberto Boccioni nella sua “Forme uniche della continuità nello spazio” crea dunque l’immagine di una sorta di involucro che contiene il senso di un uomo in movimento.

Osservando la scultura, si possono individuare e riconoscere i muscoli, i tenidni, le articolazioni delle gambe, ma invece gli arti superiori, per fare un esempio, mancano.

La dinamicità è data dal continuo alternarsi, poi, di superfici cave e piene, tonde e spigolose, di rilievi e rientranze che creano luminescenti giochi di luci e ombre.

A seconda del lato da cui si osserva la scultura, la percezione che lo spettatore può avere dell’opera cambia.

I critici e gli esperti di storia dell’arte hanno individuato in questa caratteristica una peculiare abilità nel “plasmare le forme”, poiché la figura sembra adattarsi e modellarsi a seconda dello spazio circostante.

I contorni riescono ad essere, al contempo, netti ma anche sfocati, permettendo al capolavoro di Boccioni di ingannare l’occhio e sembrare sempre in movimento.

Questa particolarità è data non solo dal modo in cui Boccioni ha disegnato i contorni della sua opera: infatti, anche gli spazi interni di “Forme uniche della continuità nello spazio” sono attraversati da tagli, spigoli, curve, intrecci di piani e di angoli.

Il movimento avviene, o meglio sembra avvenire, in diverse direzioni: la scultura si protende verso avanti, come se stesse avanzando decisa davanti a sè, ma al contempo è anche saldamente ancorata al suolo, con la sua base massiccia che trasmette fermezza e stabilità.

Allo stesso tempo, inoltre, essa sembra quasi avvitarsi su se stessa, dando l’idea di un movimento come a forma di spirale.

L’opera originale creata da Umberto Boccioni è di un materiale particolare, il gesso. Solitamente questo materiale era utilizzato per la prima versione delle opere, a cui seguiva poi una versione delle sculture in metallo o leghe, di solito di bronzo.

In questo caso, la copia in metallo non è mai stata realizzata.

La scultura di gesso originale è in mostra al Museo di Arte Contemporanea, a San Paolo.

Diverse copie di “Forme uniche della continuità nello spazio” sono state realizzate nel tempo per esporre l’opera in diversi musei del mondo.

Si possono trovare al Museum of Modern Art (il calco lì esposto è del 1931), al Metropolitan Museum of Art (calco risalente al 1949), alla Tate Modern (calco del 1972).

Dal calco del 1949 sono stati poi realizzate altre otto copie nel 1972.

L’opera è considerata una scultura iconica del futurismo in Italia ed è stata celebrata, fra i tanti, anche dal compositore italiano Carlo Forlivesi, in una collaborazione del 2009 con Stefano Fossati, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura in Melbourne, con uno spettacolo che da allora si tiene annualmente e coinvolge giovani musicisti, poeti e compositori.

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Alessia T.

Ciao, io sono Alessia e faccio parte del team di Grafica-Facile.com! Ho una grande passione per il design e, avendo molta esperienza nel settore, ho deciso di partecipare in questo bellissimo progetto per condividere il mio sapere sul graphic e web design.

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