Times New Roman: un Font che ha fatto la Storia

Times New Roman

Oltre ad essere il font più utilizzato in assoluto a livello mondiale, il Times New Roman è probabilmente il carattere dalla storia più incerta.

La creazione del font, per più di mezzo scolo è stata attribuita a Stanley Morison, tipografo britannico di fama internazionale.

Intorno alla fine degli anni Ottanta, Katherine Eastland ha cercato di ricostruire l’origine del carattere, scoprendo che Morison ha probabilmente preso spunto da un altro illustre personaggio.

La storia relativa alla creazione del Times New Roman è la seguente. Nel 1929 Morison pubblicò un articolo sul Times in cui affermava che il famoso font fosse sorpassato e che sarebbe stato necessario un rinnovamento.

L’editore accolse positivamente il suggerimento del tipografo e gli affidò la creazione di un nuovo font, per l’appunto il Times New Roman, che nel 1932 debuttò ufficialmente sulle pagine del quotidiano londinese.

Confrontando il Times New Roman con un altro font rilasciato precedentemente, però, si può notare come l’invenzione del carattere non debba essere attribuita a Stanley Morison, bensì a William Starling Burgess, conosciuto prevalentemente per la sua attività di designer.

L’uomo, originario di Boston, prima di diventare celebre per la progettazione di innovative imbarcazioni, tre delle quali vincitrici della Coppa America, di aerei utilizzati dalla marina inglese e di automobili sperimentali, si cimentò come tipografo.

Nel 1904, all’età di 26 anni, Burgess si accostò al mondo della tipografica. Il tutto prese vita quando il designer inviò una lettera alla sezione americana della Lanston Monotype Corporation, con la richiesta di creare un carattere che presentasse determinati parametri, da egli stesso suggeriti.

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L’obiettivo di Burgess era quello di impiegare il font per la redazione dei documenti del cantiere navale che stava approntando a Marblehead, nel Massachusetts. Così disegnò a matita le lettere e le mandò alla compagnia tipografica.

La Lanston Monotype Corporation, una volta ricevuta la bozza del font, iniziò a preparare delle lettere di prova, ma proprio in quel momento Burgess si tirò fuori dal progetto.

Qualche anno dopo, nel 1921, la Lanston propose al Time Magazine le bozze del carattere, ma l’azienda rifiutò l’offerta. In quel momento il progetto di Burgess cadde nel dimenticatoio e fu archiviato come “Numero 54”. Del lavoro del design non si ebbe notizia per oltre cinquant’anni.

Nel 1987 il tipografo canadese Gerald Giampa acquistò i diritti sui caratteri presenti nell’archivio della Lanston Monotype Corporation. Analizzando il progetto Numero 54 notò immediatamente la grande somiglianza con il Times New Roman.

A quel punto Giampa, che tra le mani aveva la possibile prova di un plagio, si rivolse a Mike Parker, una delle più importanti figure del campo della tipografia, chiedendo all’esperto di confrontare il progetto di Burgess con il Times New Roman.

Parker, dopo aver analizzato a fondo i due font, asserì che fosse proprio Burgess il vero creatore del Times New Roman, come affermò tra le pagine di un’importante rivista del settore. Parker, in seguito, contribuì al progetto completandone i caratteri mancanti.

Il tipografo iniziò a diffondere il font nel giugno del 2009 e lo battezzò “Starling“, ovvero il secondo nome di Burgess. L’introduzione più significativa del font Starling è rappresentata dal corsivo.

Il Times New Roman, per l’appunto, non prevede la presenza di un vero e proprio corsivo, ma si avvale di un particolare standard impiegato dalla Monotype. Parker, invece, realizzò un autentico corsivo basandosi sul lavoro di Burgess, che può essere definito come il primo corsivo adattato al Times New Roman.

Il successo planetario del Times New Roman è dovuto alla sua essenzialità: il font è piuttosto tradizionale e ciò lo rendeva perfetto per il Times, poiché consentiva di ottimizzare gli spazi e di risparmiare denaro, proprio come Morison aveva previsto. Al contempo le lettere non sono ammassate, ma hanno il loro giusto spazio, a favore della leggibilità.

Il Times New Roman non fu impiegato su altri quotidiani, poiché non si adattava a carte eccessivamente sottili, ma ebbe riscontri positivi su pubblicazioni come riviste e libri. Il Times, infatti, a differenza dei comuni quotidiani, impiegava una carta del tutto simile a quella dei tipici fogli A4, risultando più simile a un libro.

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A partire dagli anni Novanta il Times New Roman è entrato a tutta forza nel mondo digitale, a seguito dell’adozione come font di default da parte dei sistemi operativi Microsoft Windows. Successivamente il carattere è stato messo a disposizione anche da Google per la redazione delle e-mail.

Al giorno d’oggi il successo del font non è più dovuto alla sua capacità di ridurre gli spazi occupati, problema facilmente risolvibile nell’era digitale, ma alla leggibilità e alla classe, caratteristiche particolarmente apprezzate da siti web e blog.

Le prove ufficiali che potrebbero attribuire a Burgess la creazione del Times New Roman sono andate perdute. Un incendio distrusse il suo cantiere navale nel 1918, mentre una bomba mandò in frantumi gli uffici dalla Monotype di Londra durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1967 morì Morison e nel 2000 la casa di Giampa, nella quale erano custoditi gli studi effettuati dal tipografo, fu colpita da un’inondazione.

Lo stesso Morison non affermò mai di essere stato il designer del font, definendosi più che altro il direttore della sua diffusione. Oggi la creazione del Times New Roman viene ufficialmente attribuita dal Times a Stanley Morison e a Victor Lardent, che collaborò alla sua realizzazione, aggiungendo come probabile disegnatore anche William Starling Burgess.

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